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Sembrano saponette ma sono shampoo, dentifrici, deodoranti, creme. Si cominciò coi profumi, proposti in piccole sfere colorate da sfregare sui polsi e sul collo. Oggi si trova di tutto, dai bagnoschiuma alle lozioni struccanti. I cosmetici in formato panetto ci hanno conquistato, perché i vantaggi sono innegabili. Meno plastica che galleggia negli oceani (ce ne sono 150 milioni di tonnellate, al momento, e circa 500 specie acquatiche sono a rischio estinzione causa inquinamento dell’ecosistema marino). Meno imballaggi da smaltire perché i prodotti sono rigorosamente naked, nudi (obiettivo: zero waste, niente più rifiuti). Al massimo, avvolti in carta riciclata ed ecologica. Niente più tubetti da spremere o vasetti lasciati a metà.

E poi sono comodi perché di formato piccolo e compatto, facilmente trasportabili, divertenti (il dentifricio sembra un lecca lecca, i bagnodoccia delle tavolette di cioccolato, i balsami labbra… dei veri rossetti). Produrli non è facile, ma l’ambiente ringrazia (ridurre l’inquinamento marino è uno degli obiettivi dell’Agenda 2030). Pure la pelle, perché le formule sono ridotte all’essenziale (hanno composizioni naturali che sfiorano il 100%, spesso vegane). E infine anche il portafoglio, perché così si limitano gli sprechi e i prodotti durano di più.

Esempio: un panetto di media grandezza dura come due bottiglie di shampoo o due stick di deodorante (in media, copre dai 30 ai 50 utilizzi). «È vero, ci sono molti vincoli nello sviluppo di cosmetici in questo formato – conferma Läetitia Van de Walle, fondatrice di Lamazuna – ma oggi siamo in grado di proporre sempre più soluzioni in questa veste, grazie al fatto che le ricerche sulle formulazioni sono sempre più avanzate».

In cosa sono diversi? «Innanzitutto nei principi attivi – prosegue – adattati per sviluppare una composizione pulita. In un cosmetico solido ci sono più ingredienti attivi: sono più concentrati in quanto non c’è acqua nella formula. Quindi un cosmetico solido di solito dura più a lungo rispetto al suo formato liquido, a parità di efficacia».

Poi è questione di gusti. E di abitudine. «Se passi per esempio da shampoo e balsamo tradizionali a quelli solidi, che hanno una composizione prevalentemente naturale e organica, c’è bisogno di un tempo di adattamento, soprattutto quando la fibra capillare è riempita di silicone. La differenza si nota dopo qualche utilizzo: i capelli hanno un aspetto più sano e si possono persino distanziare i tempi tra i lavaggi».

Guida all’utilizzo. I prodotti in formato bar devono essere prima inumiditi e poi applicati, a eccezione dei burri di cacao che basta scaldarli tra le mani. Vanno conservati in un luogo asciutto e ventilato, lontano da fonti di calore e umidità (attenzione in bagno). Se fa troppo caldo, meglio riporli in frigo.

Tra un uso e l’altro, lasciali asciugare poi riponili dentro dei porta-saponette traspiranti oppure nelle apposite scatolette. Bella l’idea di Abaton (che ha da poco lanciato la sua linea al chinotto: ogni sfera monodose da 25 grammi corrisponde a un flacone da 170 ml di balsamo o profumo.): il contenitore funge anche da applicatore, per evitare di toccare il prodotto e contaminarlo. Una volta finito, si ricarica.