Antonella Ferrari nasce con l’aspirazione di diventare attrice e ballerina. Il suo sogno è il musical, dove può essere entrambe le cose. Ha solo 11 anni quando le sue gambe lanciano i primi segnali di sofferenza. Fanno male, si informicolano, la sinistra si irrigidisce, Antonella inciampa a ogni piroetta. Le dicono che è stressata, depressa. Sono capricci da adolescente: le serve lo psicologo. I disturbi vanno e vengono, poi cominciano a peggiorare, Antonella fa sempre più fatica a ballare e con il tempo deve dire addio a metà del suo sogno.
Passano quasi 20 anni prima che quei disturbi (che no, psicosomatici non sono) prendano un nome: sclerosi multipla. All’epoca (siamo negli anni Novanta) se ne parla poco. L’intuizione è di un urologo: la sua vescica ha davvero qualcosa che non va. Ecco spiegati la rigidità, le parestesie (la sensibilità alterata), i formicolii sempre più diffusi, i problemi agli occhi.
Antonella ha 29 anni. Per lei la diagnosi è una liberazione. Finalmente la cureranno come si deve. Intanto la sua malattia, da recidivante remittente, si è trasformata in secondaria progressiva. Significa che si è cronicizzata. Bisogna fare presto perché in questo campo la diagnosi precoce e le cure tempestive sono tutto. Antonella è determinata e inforca le stampelle. Coloratissime e alla moda. Solo lei le ha così: se le fa fare apposta.
Comincia casting e provini. Vuole sfidare lo spettacolo, il mondo dei finti perfetti, come lo chiama lei. Si scontra con una mentalità più rigida delle sue gambe. Le porte sbattute in faccia e gli sguardi di pietà sono pugni nello stomaco. Una volta, la madre di un suo ex le dice che non la vuole accanto a suo figlio. Antonella raccoglie tutte queste esperienze negative e le trasforma in un sorriso. Va avanti. Vive intense relazioni, si impegna nel sociale, debutta in tv.
Entra nel cast della soap Centovetrine, dove interpreta un’insegnante di recitazione con la sclerosi multipla. Lei si batte perché il suo personaggio esista al di là della malattia. Fa inserire nei copioni una storia d’amore. Ma il suo talento di attrice non passa mai in secondo piano. Viene scelta per La Squadra su RaiTre dove, su sua esplicita richiesta, interpreta una vera stronza («Con questo carattere, voglio vedere chi si accorgerà delle stampelle», provoca gli autori) e poi da Pupi Avanti per il film Un matrimonio.
La carriera decolla, il suo curriculum continua ad allungarsi. Recita, scrive rubriche sui giornali, lavora in cinema, teatro, tv e radio. Pubblica un libro Più forte del destino – Tra camici e paillettes. La mia lotta alla Sclerosi Multipla, da cui viene tratto anche uno spettacolo teatrale. Tante coetanee le scrivono: si ritrovano nel suo racconto di isolamento e vergogna prima della diagnosi. Un tunnel per tantissime donne. Antonella intensifica il suo impegno di informazione e comunicazione. Diventa ambasciatrice Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), combatte i pregiudizi e le fake news sulle cure miracolose. Raccomanda, in casi sospetti, di andare dritti dal neurologo, perché solo questo specialista ha le chiavi giuste.
Per il valore della sua attività viene insignita dell’Onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana dal presidente Napolitano. Oggi è sposata con Roberto, la sua metà della mela, capace di accogliere anche i momenti no e i dolori di una malattia subdola e invisibile. Vorrebbe tornare in tv e in teatro, sta scrivendo il secondo libro e sogna di creare una linea di stampelle super glam. Magari con lo stilista Alviero Martini, appena conosciuto e già entusiasta dell’idea! (foto di Nicola Allegri).
Commenti recenti